MA IN CHE LUOGO E’ E CHE SPAZIO HA L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA?

Conceptual 3d illustration.Earth land map derived from public NASA observatory - http://visibleearth.nasa.gov/The map was traced in Illustrator and used as a transparency map.Date of creation - June 2007.

 

Note critiche ai Percorsi di formazione degli insegnanti

di SM ed Enrico Squarcina

A un anno esatto dal montare dell’Onda, molti argomenti riguardanti l’impropriamente definita “Riforma Gelmini” si sono vicendevolmente alternati la palma della copertura mediatica. Uno tra i molti rimasti in perenne seconda fila riguarda la questione della formazione degli insegnanti. In particolare, con decreto Ministeriale 30 luglio 2008, è stato istituito un “Gruppo di Lavoro per la formazione del personale docente” il cui frutto è stata la redazione dei Percorsi di formazione degli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado(http://www.miur.it/Miur/UserFiles/Dossier/Formazione%20Insegnanti/Relazione_generale.pdf). Documento sul quale si dovrebbero costruire i testi legislativi che regoleranno la materia.

Nelle osservazioni generali e preliminari si dichiara che tali nuovi percorsi tenderanno ad un rafforzamento delle conoscenze disciplinari; in realtà, per quanto riguarda la geografia, ciò sembra essere contraddetto dai fatti. Limitando, in questa breve nota, la lettura unicamente alla formazione degli insegnanti della scuola primaria, si prevede un Corso di Laurea a ciclo unico della durata di 5 anni, in sostituzione dell’attuale Corso di Laurea di vecchio ordinamento di 4 anni, introducendo il sistema dei Cfu. In realtà alla maggiorazione nella durata del corso di laurea non corrisponde una formazione disciplinare maggiore. Perché nei 5 anni sono compresi gli insegnamenti che permettono l’abilitazione per il sostegno, precedentemente aggiuntivi al normale curriculum formativo.

Inoltre la struttura del Corso di Laurea risulta irrigidita da un massimo di 29 insegnamenti, più uno a scelta fra tutti quelli impartiti da tutti gli atenei italiani. Si prevede così la soppressione di molti tra gli insegnamenti ex-semestrali che permettevano agli studenti di approfondire alcune materie o ambiti disciplinari. In questo quadro per la geografia si prevedono solo 8 crediti, più uno da maturare frequentando un laboratorio geografico, quando nel precedente Corso di Laurea erano previsti, nella maggior parte degli atenei, un insegnamento annuale obbligatorio di geografia e uno semestrale facoltativo di didattica della geografia, ai quali si affiancava la possibilità di frequentare laboratori didattici di geografia.

La discriminazione della geografia appare ancora più palese se si considera che, a fronte del fatto che le ore settimanali di geografia nella scuola primaria sono rimaste due, come quelle di scienze, storia, lingua inglese, i cfu di queste discipline nel corso di laurea sono rispettivamente: 26 per scienze, 16 per storia e 8+2 per lingua inglese. Inoltre nell’ultima bozza della “Commissione Israel”, alla geografia, su indicazione del CUN, è stato affiancato (pur non aumentando il numero di cfu) il settore GEO/04 che corrisponde a geografia fisica e geomorfologia, consentendo così anche ai  geografi fisici di insegnare geografia all’interno del Corso di Laurea e contraddicendo l’impostazione strettamente umana della disciplina nella scuola primaria.

E’ prevedibile che a questa relativa scarsezza di formazione geografica degli insegnanti, corrisponderà una progressiva diminuzione della qualità d’insegnamento e, conseguentemente, un’ulteriore marginalizzazione della disciplina. Questo a fronte di un quadro internazionale che nell’ultimo decennio, almeno relativamente all’Europa, ha mostrato un deciso incremento del peso della geografia nel curricolo e una ricca riflessione circa gli strumenti e i metodi dell’insegnamento della nostra disciplina. Il rischio che corriamo, in questa condizione, è sia una contrazione spaziale sia una perdita di senso del luogo della nostra disciplina all’interno del bagaglio conoscitivo degli insegnanti.

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