Gruppo di ricerca “Pratiche di rottura dell’ordine”
Gruppo di ricerca “Pratiche di rottura dell’ordine”
Quest’area di luogoespazio.info è messa a disposizione del gruppo di ricerca “Pratiche di rottura dell’ordine”, che la amministra in autonomia.
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PerformanceIl concetto di performance viene introdotto da Judith Butler nel suo celebre libro Gender Trouble del 1990 che divenne presto uno dei manifesti della Queer Theory. La filosofa riprende le teorie di Foucault sulla sessualità per sostenere che anche l’eterosessualità è stabilita attraverso una serie di norme che hanno nelle performance dell’eterosessualità la propria manifestazione. Se quindi, come diceva Simone de Beauvoir nel Secondo sesso (1949), “Donna non si nasce, si diventa”, a sostenere che si impara col tempo a veicolare attraverso gesti, parole, azioni, modi di fare e di reagire considerati conformi al genere al quale è associata ogni identità, una supposta ‘femminilità’ o ‘mascolinità’, è pur vero che la perfomance contiene in sé un potenziale sovversivo molto forte. Essa, quindi, può diventare non solo un modo di riprodurre le convenzioni e il ‘già detto’, ma anche un modo per ‘rompere’ l’ordine prestabilito, dando vita ad una serie di ‘eventi’ che non solo interagiscono col luogo, ma che contribuiscono a crearlo, ricrearlo e soprattutto a dargli un nuovo senso. |
PraticheLo spazio, come è ben noto, non è un semplice sfondo, un palcoscenico sul quale si svolgono le azioni umane ma è esso stesso un produttore di significati e un riproduttore di meccanismi e di dinamiche sociali. Lo spazio pubblico è costruito intorno alla particolare nozione di ‘comportamento appropriato’. Tale nozione ha come effetto l’esclusione di tutti i modi di vivere non corrispondenti a ciò che viene considerato l’ordine sociale. Lo spazio pubblico gioca un ruolo fondamentale nella costruzione e nella legittimazione di una serie di politiche, formulate a partire proprio da alcuni concetti chiave come quello di eteronormatività che però non vengono mai esplicitati, facendo passare lo spazio pubblico per un contenitore ‘neutro’ delle azioni de* cittadin*. Lo spazio pubblico si modella così in relazione al binomio giusto/sbagliato, lecito/illecito, omosessuale/eterosessuale, italian*/immigrat*, che diventano in questo modo i parametri attraverso cui esso viene pensato e gestito. Di conseguenza, nello spazio (quello urbano in particolare) possiamo leggere tutti quei meccanismi di inclusione/esclusione che sono il riflesso della costruzione sociale dei generi e della cittadinanza. Ciò che dà potere allo spazio normativo è la sua presunta ‘neutralità’. Partendo da questi concetti, ci proponiamo di riflettere su quelle che possono essere considerate una sorta di ‘violazioni’ delle regole non solo della sessualità e del genere ma anche di tutto ciò che è considerato ‘normale’ e ‘giusto’: le PRATICHE. Il tentativo è quello di riprendere questi concetti nati in seno ai gender studies e sviluppatasi con la queer theory per indagare le forme di esclusione sociale che lo spazio pubblico riproduce e legittima attraverso l’individuazione di azioni di reazione e trasgressione di tale ordine. I soggetti deboli non sono soltanto le donne eterosessuali o gli/le omosessuali ma anche tutti quei soggetti che appartengono a quella che la fotografa americana Diane Arbus individuava come un’umanità ‘freaks’, composta da una serie di individui che possiedono solo in parte o non possiedono affatto quelle caratteristiche necessarie per rientrare nella categoria considerata in maniera esplicita o tacita ‘dei soggetti normali’. Il corpo ‘giusto’, che occupa a pieno diritto lo spazio pubblico è infatti il corpo dell’uomo, bianco, occidentale, giovane e sano. Tutto ciò che esula dai parametri della normalità viene rapidamente classificato nella a-normalità. Questo processo si riflette nella pianificazione degli spazi pubblici, in particolare di quelli urbani che diventano dei contenitori della ‘normalità’, traendo la loro forza dalla loro presunta neutralità. Ecco allora che uno spazio considerato neutro può diventare estremamente violento, dal momento che mette al bando quei soggetti ‘a-normali’ come gli individui anziani, i/le bambin* o gli/le immigrat*. Lo spazio di tutti si trasforma allora tacitamente nello spazio di pochi, in cui risultano visibili quelle dinamiche di potere che si traducono in pratiche di esclusione e di marginalizzazione dei soggetti considerati deboli. Le pratiche di rottura pacifia dell’ordine permettono il sovvertimento dell’ordine stabilito attraverso una serie di azioni che intervengono nello spazio fisico ma anche in quello mentale. |
Bibliografia |
LinkGayKitschCamp: cento di ricerca e documentazione sulle sessualità plurali e le interculture Next Genderation: rete europea di studiosi/e di gender e critica femminista incentrati sulla reazione a politiche universitarie e ad una produzione della conoscenza basata sui modelli dominanti. Efigies: associazione francese di student* e ricercat* sui temi del femminismo e degli stud di genere, finalizzata alla messa in rete delle informazioni e delle competenze. Observatoire des questions sexuelles et raciales: osservatorio francese sulle norme sociali legate a questioni di genere e a discriminazioni razziali. Associazione protocollo contro la pubblicità sessista: associazione italiana nata allo scopo di monitorare lo spazio pubblico – e non solo – al fine di segnalare, denunciare e protestare contro le pubblicità discriminatorie nei confronti delle donne. Global Kiss-In: baci globali contro l’omofobia La Gaya scienza. Il sito del giornalista Giovanni Dall’Orto C’est comme ça. Sito sulla cultura LGBTIQ |
MembriRachele Borghi rachele@unive.it Monica Camuffo camonic@unive.it Fiammetta Martegani fiammuccia@hotmail.com Costanza Geotti Bianchini costanza.geotti-bianchini@unive.it Claudia Bruno brucla@fastwebnet.it Mireille Senn Margherita Ciervo Fausto Di Quarto fausto.diquarto@studio.unibo.it |
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