Gruppo di ricerca “Pratiche di rottura dell’ordine”

Gruppo di ricerca “Pratiche di rottura dell’ordine”

Quest’area di luogoespazio.info è messa a disposizione del gruppo di ricerca “Pratiche di rottura dell’ordine”,  che la amministra in autonomia.

PRESENTAZIONE

FRANCAIS      ENGLISH

L’apertura di questa pagina nasce dall’esigenza di creare uno spazio di riflessione ma soprattutto di scambio di idee, di informazione e di iniziative sulle pratiche di rottura pacifica dell’ordine e sulle strategie di resistenza ai discorsi dominanti.

Vogliamo trasformare la discussione in un laboratorio di condivisione ma anche di sperimentazione di modi di reagire in maniera pacifica al discorso dominante e alla società patriarcale che tende sempre di più ad offuscare e invisibilizzare le voci ‘altre’.

Lo scopo di questo gruppo è quello di far incontrare le ricerche scientifiche con le azioni da tempo portate avanti dalla società civile, al fine di tentare di utilizzare i diversi ruoli per rafforzare o addirittura produrre discorsi alternativi a quelli dominanti. Crediamo fermamente che, seppur con ruoli diversi, ricerca scientifica e azione sociale debbano necessariamente andare di pari passo. Mentre le associazioni della società civile, i collettivi sono spesso ben radicati nelle realtà locali e rispondono a bisogni e a questioni contingenti, a volte le loro azioni sono deboli perché non accompagnate da un apparato epistemologico adeguato. La ricerca universitaria invece possiede gli strumenti e le capacità per formulare quadri teorici e metodologici in grado di supportare le azioni della società civile ma soprattutto di legittimarle. Ecco quindi che è possibile sovvertire il potere della produzione della conoscenza considerato ancora troppo spesso ‘vero’ e ‘oggettivo’ per trasformarlo in uno strumento di produzione e di legittimazione di discorsi altri.

Il fine ultimo è quello di fare il punto sullo stato dell’arte, confrontare le ricerche con quelle già avviate all’estero, favorire lo scambio di esperienze sulle PRATICHE DI RESISTENZA e di TRASGRESSIONE portate avanti da accademici come anche da esponenti della società civile e facilitare la creazione di reti transnazionali.

Potete mandarci suggerimenti, riflessioni, esempi di pratiche, IMMAGINI, VIDEO E FOTO commentate o semplicemente manifestare il vostro interesse. In questo modo potete direttamente entrare a far parte del gruppo (specificate nella mail se volete che il vostro nome compaia tra i membri del gruppo). In un secondo momento speriamo di permettere a quant* lo desiderassero, di interagire direttamente nel sito.

rachele@unive.it

 

VIDEO E IMMAGINI

Debaixo do Viaduto, di Fausto di Quarto

“Siamo qui cercando d esercitare questo diritto di occupare lo spazio. Non abbiamo perso questo spazio perché lo sappiamo. Perché siamo arrivati, abbiamo lottato faccia a faccia e abbiamo detto ‘No, lo spazio è pubblico, abbiamo il diritto di usarlo! Perché non ci lasciate uare lo spazio? Non ce lo lasciate fare? Va bene, lo facciamo lo stesso’. E allora hanno detto ‘Merda! O glielo facciamo uare oppure avremo problemi…’ E credo che sia così che le cose posono migliorare: se le persone rivendicano, fanno valere i propri diritti, scendono in strada e protestano… E’ logico che una persona da sola non ottiene niente, ma l’atteggiamento di una persona influenza l’atteggiamento di altre… Se le persone hanno questa visione riusciamo a cambiare”

Voci dalla piazza, di François Bogliacino, Fausto di Quarto e Andrea Zinzani

La complessità di un quartiere simbolo di Bologna – la Bolognina – rappresentata dalla piazza/campo da basket e dalla diversità dei suoi abitanti.

Foto

 

Performance

Il concetto di performance viene introdotto da Judith Butler nel suo celebre libro Gender Trouble del 1990 che divenne presto uno dei manifesti della Queer Theory. La filosofa riprende le teorie di Foucault sulla sessualità per sostenere che anche l’eterosessualità è stabilita attraverso una serie di norme che hanno nelle performance dell’eterosessualità la propria manifestazione. Se quindi, come diceva Simone de Beauvoir nel Secondo sesso (1949), “Donna non si nasce, si diventa”, a sostenere che si impara col tempo a veicolare attraverso gesti, parole, azioni, modi di fare e di reagire considerati conformi al genere al quale è associata ogni identità, una supposta ‘femminilità’ o ‘mascolinità’, è pur vero che la perfomance contiene in sé un potenziale sovversivo molto forte. Essa, quindi, può  diventare non solo un modo di riprodurre le convenzioni e il ‘già detto’, ma anche un modo per ‘rompere’ l’ordine prestabilito, dando vita ad una serie di ‘eventi’ che non solo interagiscono col luogo, ma che contribuiscono a crearlo, ricrearlo e soprattutto a dargli un nuovo senso.

Pratiche

Lo spazio, come è ben noto, non è un semplice sfondo, un palcoscenico sul quale si svolgono le azioni umane ma è esso stesso un produttore di significati e un riproduttore di meccanismi e di dinamiche sociali. Lo spazio pubblico è costruito intorno alla particolare nozione di ‘comportamento appropriato’. Tale nozione ha come effetto l’esclusione di tutti i modi di vivere non corrispondenti a ciò che viene considerato l’ordine sociale. Lo spazio pubblico gioca un ruolo fondamentale nella costruzione e nella legittimazione di una serie di politiche, formulate a partire proprio da alcuni concetti chiave come quello di eteronormatività che però non vengono mai esplicitati, facendo passare lo spazio pubblico per un contenitore ‘neutro’ delle azioni de* cittadin*. Lo spazio pubblico si modella così in relazione al binomio giusto/sbagliato, lecito/illecito, omosessuale/eterosessuale, italian*/immigrat*, che diventano in questo modo i parametri attraverso cui esso viene pensato e gestito. Di conseguenza, nello spazio (quello urbano in particolare) possiamo leggere tutti quei meccanismi di inclusione/esclusione che sono il riflesso della costruzione sociale dei generi e della cittadinanza. Ciò che dà potere allo spazio normativo è la sua presunta ‘neutralità’.

Partendo da questi concetti, ci proponiamo di riflettere su quelle che possono essere considerate una sorta di ‘violazioni’ delle regole non solo della sessualità e del genere ma anche di tutto ciò che è considerato ‘normale’ e ‘giusto’: le PRATICHE. Il tentativo è quello di riprendere questi concetti nati in seno ai gender studies e sviluppatasi con la queer theory per indagare le forme di esclusione sociale che lo spazio pubblico riproduce e legittima attraverso l’individuazione di azioni di reazione e trasgressione di tale ordine. I soggetti deboli non sono soltanto le donne eterosessuali o gli/le omosessuali ma anche tutti quei soggetti che appartengono a quella che la fotografa americana Diane Arbus individuava come un’umanità ‘freaks’, composta da una serie di individui che possiedono solo in parte o non possiedono affatto quelle caratteristiche necessarie per rientrare nella categoria considerata in maniera esplicita o tacita ‘dei soggetti normali’. Il corpo ‘giusto’, che occupa a pieno diritto lo spazio pubblico è infatti il corpo dell’uomo, bianco, occidentale, giovane e sano. Tutto ciò che esula dai parametri della normalità viene rapidamente classificato nella a-normalità. Questo processo si riflette nella pianificazione degli spazi pubblici, in particolare di quelli urbani che diventano dei contenitori della ‘normalità’, traendo la loro forza dalla loro presunta neutralità. Ecco allora che uno spazio considerato neutro può diventare estremamente violento, dal momento che mette al bando quei soggetti ‘a-normali’ come gli individui anziani, i/le bambin* o gli/le immigrat*. Lo spazio di tutti si trasforma allora tacitamente nello spazio di pochi, in cui risultano visibili quelle dinamiche di potere che si traducono in pratiche di esclusione e di marginalizzazione dei soggetti considerati deboli.

Le pratiche di rottura pacifia dell’ordine permettono il sovvertimento dell’ordine stabilito attraverso una serie di azioni che intervengono nello spazio fisico ma anche in quello mentale.

Bibliografia

Queer studies

Gender studies 

Geografia di genere in Italia

Link

GayKitschCamp: cento di ricerca e documentazione sulle sessualità plurali e le interculture

Next Genderation: rete europea di studiosi/e di gender e critica femminista incentrati sulla reazione a politiche universitarie e ad una produzione della conoscenza basata sui modelli dominanti.

Efigies: associazione francese di student* e ricercat* sui temi del femminismo e degli stud di genere, finalizzata alla messa in rete delle informazioni e delle competenze.

Observatoire des questions sexuelles et raciales: osservatorio francese sulle norme sociali legate a questioni di genere e a discriminazioni razziali.

Associazione protocollo contro la pubblicità sessista: associazione italiana nata allo scopo di monitorare lo spazio pubblico – e non solo – al fine di segnalare, denunciare e protestare contro le pubblicità discriminatorie nei confronti delle donne.

www.queervenice.com

Global Kiss-In: baci globali contro l’omofobia

La Gaya scienza. Il sito del giornalista Giovanni Dall’Orto

C’est comme ça. Sito sulla cultura LGBTIQ

Membri

Rachele Borghi rachele@unive.it

Monica Camuffo camonic@unive.it

Fiammetta Martegani fiammuccia@hotmail.com

Costanza Geotti Bianchini costanza.geotti-bianchini@unive.it

Claudia Bruno brucla@fastwebnet.it

Mireille Senn

Margherita Ciervo

Fausto Di Quarto fausto.diquarto@studio.unibo.it

 

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