LO TSUNAMI, IL TERRITORIO, LE DIFFERENZE DI GENERE

Lo Tsunami che ha colpito le Isole Samoa e Tonga il 29 settembre 2009, lasciando dietro di sé un numero elevato ma ancora imprecisato di vittime, risveglia timori non ancora sopiti fin dal dicembre 2004, quando il fenomeno, innescatosi a Sumatra e  poi diffuso in tutto l’Oceano Indiano, fu ancor più distruttivo.

Gli effetti di quella distruzione, ancora difficili da inquadrare in tutta la loro portata, non si limitano ai lutti di allora e alle distruzioni materiali: lasciano ferite ancor più profonde e indelebili, che modificano radicalmente le società colpite nella loro organizzazione e nella loro struttura.

Un effetto forse meno noto dello Tsunami del 2004, che ha elevate probabilità di riproporsi per tutti gli eventi analoghi, è la differenza nel tasso di mortalità della popolazione registrato per uomini e donne.

Come dimostrato da diverse rilevazioni empiriche (ad es. Oxafam International, The tsunami’s impact on women,  2005; UNFPA, Gender and changes in tsunami-affected villages in Nanggroe Aceh, Darussalam province, 2005; Doocy S. et alii, Tsunami mortality in Aceh Province, Indonesia, 2007), il tasso di mortalità dovuto allo Tsunami si è rivelato molto maggiore per le femmine che non per i maschi.

Fig. 1 - clicca sull'immagine per andare alla fonte

In particolare, nel campione di riferimento dello studio pubblicato nel Bollettino dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), se si eccettuano le fasce marginali di età (tra 0 e 10 e oltre 70 anni), in cui i dati risultano non molto dissimili, differenze molto notevoli nei tassi di mortalità maschili e femminili si sono riscontrate per tutte le altre fasce di età (Fig. 1 – fonte: Doocy et alii).

Su un totale del campione composto da 9.451 individui, si sono registrati 681 decessi per il genere maschile e 905 per quello femminile. Il maggiore scostamento, quanto a classi di età, si è verificato tra i giovani tra 10 e 19 anni: il 15% di decessi per il genere femminile rispetto all’8,7 di quello maschile.

Fig. 2 - fai click sull'immagine per la fonte

Come evidenzia la Fig. 2 (ibid.), lo scostamento si mantiene notevole per tutto l’intervallo delle età, con una leggera riduzione nella fascia 30-39, mentre è assai inferiore nelle due fasce estreme.

Dati analoghi, che evidenziano come il fenomeno della maggior incidenza sul genere femminile non sia da considerarsi isolato al solo campione preso in esame, sono riportati dallo studio della organizzazione Oxfam, secondo cui la sproporzione si è registrata tanto in alcune aree dell’Indonesia quanto dell’India.

Ancora Oxfam formula alcune ipotesi, tratte prevalentemente da interviste sul campo, sulle possibili motivazioni di questi scarti così netti: alcuni uomini sarebbero scampati allo Tsunami trovandosi al largo, a bordo di piccole barche, per pescare, superando quasi indenni il passaggio dell’onda; molte donne e bambini, viceversa, sarebbero rimasti intrappolati nelle loro abitazioni nella mattinata della domenica, al momento del disastro; la maggiore capacità di opporsi alla forza della corrente sarebbe stato un ulteriore elemento di maggiore sopravvivenza per gli uomini.

Le cause legate al ruolo sociale delle donne appaiono però ancor più convincenti: la responsabilità attribuita loro per la tutela dei bambini e anziani può certamente aver giocato un ruolo di primo piano.

Di questi dati pare opportuno tenere conto per valutare le conseguenze di medio e lungo termine sul territorio. Come sottolinea nella sua analisi un gruppo di geografi (Buranakul et aliiThe Asian Tsunami, Academics and Academic Research, 2005), il ruolo della ricerca accademica è quello di evitare che l'”onda” venga rapidamente storicizzata, sterilizzando così le possibili lezioni per il futuro. E, soprattutto, è importante che “le analisi di queste questioni non rimanganono meramente accademiche”. Lo stesso gruppo evidenzia come sia propria della geografia una capacità di analisi del sistema sociale e territoriale capace di arricchirsi della comparazione multiscalare.

Intere generazioni dovranno convivere con il peso dello squilibrio causato dallo Tsunami sul sex ratio, con i problemi sociali, economici e culturali che è possibile immaginare; altri scompensi demografici, necessariamente, si ripercuoteranno sulle generazioni future, considerando anche che il maggiore scostamento – almeno nel caso di studio – si è verificato nella fascia di età 20-29.

Se eventi come lo Tsunami colpiscono in maniera sproporzionata le donne, sarà necessario, anche per pianificare e gestire gli interventi di supporto, partire dalla ricostruzione della struttura sociale e del “capitale sociale” connesso al territorio (che sarà bene conoscere!), mentre – se non ancor prima – si provvede alla ricostruzione materiale.

 

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